Questo sito contribuisce alla audience di 
QUI quotidiano online.  
Percorso semplificato Aggiornato alle 08:47 METEO:PESCIA16°  QuiNews.net
Qui News valdinievole, Cronaca, Sport, Notizie Locali valdinievole
giovedì 25 aprile 2024
Tutti i titoli:
corriere tv
La prima luna piena di aprile è la luna rosa: le immagini suggestive

Spettacoli giovedì 05 gennaio 2017 ore 10:36

La grande bellezza di una umana condivisione

Spettacolo al teatro Pacini di Pescia con Paolo Ruffini e i ragazzi disabili della compagnia livornese Mayor Von Frinzius



PESCIA — È proprio un grande abbraccio quello che il 4 gennaio al teatro Pacini Paolo Ruffini e i ragazzi disabili della compagnia livornese Mayor Von Frinzius, sotto la guida di Lamberto Giannini e i commenti musicali della pianista Claudia Campolonghi, hanno regalato alla città di Pescia.

"Si tratta di un grande varietà in cui i ragazzi fanno di tutto per cambiare le sorti dello spettacolo - racconta Paolo Ruffini in anteprima - ma alla fine, vedrete, lo valorizzeranno in un contatto ravvicinato e metateatrale con il pubblico". 

Così è stato: improvvisazioni linguistiche da vernacolo, Gioca Jouer con gli spettatori, balli, monologhi e un inaspettato Nessun Dorma intonato dal vivo in onore a Puccini, hanno contribuito a esaltare la vita e le relazioni umane in tutte le sue forme. 

La forma-spettacolo è quella dell'happening, dove l'imprevedibilità di ciò che accadrà è proiettata verso un viaggio immaginario e immaginifico, allegoria del bisogno che ciascuno di noi nutre dentro di sé: sentirsi persone speciali, in mezzo ad altrettante persone speciali. Così si invita il pubblico sul palco e si apre il sipario sulla vita di ciascuno di noi, in simmetria della vita di coloro che da sempre vivono un'esistenza "ferocemente bellissima" e "meravigliosamente feroce". 

Il tutto viene infarcito con paradossi iperbolici e topic comici di impronta squisitamente ruffiniana, in cui gli stessi spettatori sono chiamati a entrare in gioco nella "grande bellezza di un'umana condivisione", attraverso quel gesto così semplice, ma allo stesso tempo così raro, di un caldo e avvolgente abbraccio. 

"Questo è uno spettacolo serio, importante e delicato sulle relazioni umane - esordisce il comico visibilmente emozionato - perciò tenete pure i cellulari accesi, fate foto, video, sentitevi come a casa vostra, c'importa na s..." e si procede all'analisi etimologica della parola social, rivisitata nell'epoca dell'interconnessione mediata dai social network. Social deriva dal latino socius e ha il significato di amico, compagno, alleato. 

"Quali sono le prime cose social nella vostra vita?" - chiede un Ruffini melanconico, ricordando con commozione dei propri ricordi infantili.

"Non so più che grafia hanno le persone che ho intorno o il mio migliore amico: oggi non si scrive quasi più, ci si inviano addirittura messaggi vocali" - e ancora: "ricordate? Una volta la mamma ti chiamava a voce alta per fare la foto di sicurezza, oggi non più. Io ad esempio sul cellulare ho più di 4 mila fotografie, ma non le vedo mai. Sapete quali sono le uniche foto che vedo? Quelle della mi mamma". 

"Se dovessi proprio raccontare di qual è la cosa più social della mia vita, direi la targa nera con le sigle di provincia arancioni: se s'andava in un'altra regione in vacanza e s'incontrava uno con la stessa targa, si suonava il clacson e ci si salutava a vicenda. O provate a farlo oggi..." - e giù applausi e risate, ma anche tanta commozione.

E di nuovo si torna a parlare di libertà, amore, disabilità, felicità: "la libertà è un amore che quando ti tocca ti imprigiona" - continua serafico Ruffini - " talvolta uno che è felice si deve vergognare...quando ci viene chiesto -come stai?- nessuno risponde -sono felice-, perché la felicità destabilizza, è sospetta, è come una scossa di terremoto". Colpiscono e ci vengono gettate addosso come acqua gelida le parole di Erika, ragazza down dagli occhioni tondi e lucidi come due onici neri: "Non sapete cosa vi perdete ad essere normali", afferma sorridente, mentre Paolo racconta di quando su Facebook una persona abbia commentato, a corollario della locandina dello spettacolo: "Non vedo la differenza tra i down e Ruffini". "Infatti non c'è" - ha poi risposto l'artista. L'happening si conclude con una domanda: "Cos'è la bellezza? Quanti disabili alla bellezza e quanti disabili alla felicità conoscete voi tutti nella vostra vita? La bellezza è quello che qui, stasera, in questo teatro, vive tra me, voi, questi ragazzi...ovvero soltanto un immenso abbraccio". Presente in platea anche il sindaco Oreste Giurlani che a fine spettacolo ha personalmente ringraziato il comico: "Penso che anche Pescia stasera vi abbia riservato un grande abbraccio. Questa pergamena del comune che vi consegno è per voi, sentitamente grazie per la vostra presenza".


Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI

Tag
Iscriviti alla newsletter QUInews ToscanaMedia ed ogni sera riceverai gratis le notizie principali del giorno
L'articolo di ieri più letto
Sospensioni alla circolazione per i mezzi pesanti, rimozione dei cantieri e presidi a quelli inamovibili: ecco date, itinerari e orari a rischio
Offerte lavoro Toscana Programmazione Cinema Farmacie di turno

Qui Blog di Nicola Belcari

QUI Condoglianze



Ultimi articoli Vedi tutti

Attualità

Attualità

Attualità

Cronaca