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Attualità mercoledì 11 gennaio 2017 ore 16:22

Non è una regione per olivi malati

Servizio di Dario Pagli

Aumentati dalla Regione e dal consorzio di Pescia Co. Ri. Pro. i controlli sulla produzione delle specie di olivo. La Toscana è 'xylella free'



FIRENZE — La Toscana non è una terra per olivi malati. A garantirlo è il sistema di controllo sull'intera filiera di produzione dell'olio extravergine di oliva, dalle piante madri alla vendita, illustrato dall'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi insieme Giuliano Incerpi, portavoce del Co. Ri. Pro., il consorzio no-profit di Pescia che certifica lo stato di salute delle piante di olivo e che raggruppa larga parte della produzione vivaistica olivicola toscana. Il sistema di controllo e certificazione curato dal servizio fitosanitario regionale, riguarda tutta la filiera di produzione. 

I Co. Ri. Pro. ha realizzato un campo di moltiplicazione dal quale i vivaisti associati, sotto il diretto controllo del servizio fitosanitario regionale, prelevano ogni anno le talee per la radicazione, le marze per gli innesti ed i semi per la produzione dei portinnesti. La Regione ha anche promosso ed attivato, in collaborazione con CNR-Ivalsa e con lo stesso consorzio il processo di certificazione in categoria Virus Esente delle principali varietà autoctone, vale a dire non contaminate da virus. 

Fiore all'occhiello del Consorzio sono le cinque varietà internazionali garantite virus esente, le cui piante madri sono attualmente conservate presso l'Azienda di Santa Paolina a Follonica: frantoio, leccino, moraiolo, maurino e pendolino. A queste se ne stanno aggiungendo altre otto, cioè correggiolo, grappolo, leccio del corno, olivastra seggianese, rossellino cerretano, piangente, San Francesco, madremignola, tutte caratteristiche degli oli Dop e Igp toscani. 

"La Toscana – ha detto l'assessore all'agricoltura Marco Remaschi - nel campo delle certificazioni, anche in campo olivicolo, è la prima in Italia per quanto riguarda i controlli fitosanitari, grazie al Servizio regionale. Ma in generale su tutta la filiera dell'olio extravergine. Co. Ri. Pro. lavora ormai da molti anni in stretto rapporto con il servizio ma anche con università e centri scientifici". "Origine e sanità - ha aggiunto l'assessore - sono aspetti che riguardano molto da vicino l'olivicoltura toscana: l'origine perché abbraccia storia, cultura e paesaggio toscani; la sanità perché il sistema di controllo e la certificazione del materiale vivaistico sono la premessa indispensabile per la qualificazione e il recupero varietale e per la costituzione di una linea di prodotto garantito. La collaborazione con Co. Ri. Pro. punta proprio al miglioramento di questo comparto e alla tutela del consumatore finale e di un prodotto che è una delle caratteristiche di questa regione".

La certificazione virus esente, è stato spiegato, è garanzia della sanità della pianta, ma anche e soprattutto di origine e identità certa oltre che elemento importante per chi accede alle nuove misure del PSR che prevede una valutazione prioritaria in caso di impiego di queste varietà toscane certificate.

In termini numerici, le aziende pesciatine allevano circa 150 varietà e producono in media circa tre milioni di piante l'anno che, per un terzo ciascuno, sono destinate a Toscana, centro-nord Italia e mercati internazionali. Più in generale, il settore olivicolo ed oleario interessa in Toscana circa 92mila ettari, 15 milioni di piante, 50mila aziende agricole, 400 frantoi, oltre a numerose imprese di confezionamento e dà luogo ad una produzione media annua di 170-180mila quintali di olio da oliveti localizzati prevalentemente in collina. 

Le misure di sicurezza adottate in Toscana hanno anche permesso di scongiurare il rischio del batterio Xylella presente soprattutto in Puglia, dichiarando tutto il territorio Xilella Free. 


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